"Acque d'Italia": a Roma la Conferenza nazionale

23 marzo 2017
Roma - Conferenza nazionale - Acque d'Italia

Presentare il bilancio idrologico nazionale e fare il punto sulle azioni strutturali necessarie per intervenire contro le conseguenze dei cambiamenti climatici. Sono stati questi gli obiettivi della conferenza sulle acque organizzata dalla struttura di missione #italiasicura della Presidenza del Consiglio il 22 marzo, dopo quasi mezzo secolo dalla prima conferenza nazionale sulle acque, conclusa il 31 luglio del 1971. “Acque d'Italia. Conferenza nazionale. Quanta risorsa abbiamo, quanta ne usiamo, quanta ne sprechiamo, quanta ne avremo, come la tuteliamo, cosa fare contro il rischio clima" si è svolta a Roma nell’Aula dei gruppi della Camera dei Deputati in via Campo Marzio 74.

“Proprio nel giorno in cui il mondo celebra la Giornata mondiale dell'acqua – ha spiegato Erasmo D’Angelis coordinatore di #italiasicura – va evitata ogni retorica. Perché mai come oggi, a livello globale, niente riesce a rappresentare meglio del ciclo dell’acqua le grandi emergenze del nostro tempo aggravate dagli effetti del cambiamento climatico: la siccità che provoca carestie e malattie, le alluvioni che distruggono interi territori, gli estremi ormai ordinari che creano povertà, crisi, migrazioni che impattano anche sul nostro Paese”.
 
“Ci siamo accorti – ha continuato D'Angelis – di quanto è stretto il legame tra depuratori e riduzione del rischio alluvioni. Acque inquinate impediscono opere contro il dissesto. Lo verifichiamo ogni giorno nel nostro lavoro di apertura dei cantieri della prevenzione quando incontriamo proteste di chi si oppone, ad esempio, alla realizzazione delle casse espansione. Il Governo sta affrontando seriamente il tema dei ritardi e delle infrazioni. Le risorse ci sono ed è in atto un forte scatto al Sud per investire tutti i fondi a disposizione. I Ministeri dell’Ambiente e del Sud lavorano molto su questo con risultati importanti e la decisione di affidare ad un Commissario l’accelerazione delle opere infrastrutturali per la depurazione può riuscire a sbloccare un ritardo storico non più giustificabile che produce degrado della risorsa con inquinamenti da record e disservizi vergognosi”. 

Il lavoro preparatorio per la conferenza si è svolto per molto tempo a Palazzo Chigi con un gruppo di coordinamento tra tutti i ministeri titolari di competenze (Ambiente, Agricoltura, Infrastrutture, Sviluppo Economico), l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale  (Ispra), le Regioni e l'Anci, l'Autorità nazionale idrica e le Autorità di ambito, l'Anea (Associazione nazionale Autorità ed Enti di ambito), l’Anbi (consorzi di bonifica), Utilitalia (gestori idrici) ed esperti di clima. 

La Conferenza nazionale ha visto la partecipazione di associazioni di categoria (agricoltori e gestori di impianti idroelettrici), dei movimenti per l'acqua pubblica e dei cittadini.